Mercoledì, 01 Maggio 2024 09:30

IL RISCATTO DEL LAVORO DEI SUOI FIGLI OPRA' SARA'...

Il primo Maggio  non trascorrerà nell'oblio.

Una ricorrenza da celebrare con forza e consapevolezza, soprattutto perché le morti sul lavoro sono davvero impressionanti. Una ogni sei minuti... E lo sfruttamento dei lavoratori, le precarie condizioni di vita nelle campagne e nei centri di accoglienza? E le morti per raggiungere il posto di lavoro? C'è chi è deceduto perché investito in un parcheggio buio o stritolato da una macchina che non aveva più i dispositivi di sicurezza attivi... Il 1° maggio nasce il 20 luglio 1889, a Parigi. A lanciare l'idea è il congresso della Seconda Internazionale, riunito in quei giorni nella capitale francese: "Una grande manifestazione sarà organizzata per una data stabilita, in modo che simultaneamente in tutti i paesi e in tutte le città, nello stesso giorno, i lavoratori chiederanno alle pubbliche autorità di ridurre per legge la giornata lavorativa a otto ore e di mandare ad effetto le altre risoluzioni del Congresso di Parigi". Poi, quando si passa a decidere sulla data, la scelta cade sul 1 maggio. Una scelta simbolica: tre anni prima infatti, il 1 maggio 1886, una grande manifestazione operaia svoltasi a Chicago, era stata repressa nel sangue. Il fascismo soppresse la celebrazione, ma il dopoguerra lo vide rinascere, Negli anni Cinquanta, come se non fossero bastati i luttuosi eventi americani, il Primo Maggio fu bagnato di sangue a Portella della Ginestra, dalle pallottole della banda di Salvatore Giuliano. L'appuntamento di oggi è un pò ovunque. Da Milano, Torino, Roma, Napoli, a Bari, Foggia, Lecce, La martoriata (parafrasando il Papa) Taranto e a Villa'Agri in Basilicata. Migliaia di persone si ritrovano in piazza, anche all'insegna dell'unità sindacale delle tre centrali più rappresentative. Il lavoro (quello che c'è, quello che non c'è,  ma non quello precario, quello discriminato, come quello meridionale rispetto a quello settentrionale o quello femminile rispetto a quello maschile o quello che ammazza i lavoratori) innanzitutto. E che non sia, come ha detto il presidente Sergio Mattarella, un lavoro condizionato dalla sperequazione che  è insita nello sciagurato disegno di legge dell'autonomia differenziata. Un obbrobrio. Lavoro, quindi, e dignità. Una ricorrenza di lotta, ma anche di musica e di allegria. Risuonano le note dell'Inno dei lavoratori, il cui testo fu scritto da Filippo Turati, uno dei padri fondatori del Partito Socialista Italiano. Viva il Primo Maggio! 

 

 
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