"Proprio qui, sulla cresta di un territorio fatto di calanchi e di ulivi, tanti scrittori e poeti hanno trovato linfa per la loro arte. Carlo Levi, arrivato ad Aliano per il confino, amò questo luogo fino al punto da chiedere di essere seppellito qui; altri, dopo di lui, hanno trovato altre parole e altri modi per far vivere e rinnovare nel tempo quel connubio fra l’autenticità dei luoghi e delle persone, lo spazio, la natura e la cultura. Aliano porta con sé una storia che va raccontata. ‘Il paese – si legge nel dossier di candidatura al titolo di ‘Capitale italiana del libro’ per l’anno 2022 – conserva un sapore antico, che a starci dentro ti dà la sensazione di essere ancora un luogo vero, non omologato. Non è poca cosa avere aria buona, saper essere generosi, avere un bel cielo, conoscere i nomi dei venti e degli alberi, salutare gli anziani, avere il piacere di stare in mezzo al paese, accorgersi di chi sta male. Paesaggio come un luogo di scambio culturale, in cui le pratiche e i processi di scambio diventano forme di patrimonio culturale. I paesaggi intesi come testi suscettibili di analisi con mezzi simili a quelle in cui vengono analizzati testi letterari. Nonostante gli effetti della globalizzazione, che è arrivata anche qui, spesso nei suoi aspetti peggiori, l’Appennino Lucano è uno dei luoghi del mondo in cui non tutto è dissacrato, c’è una misura, un gusto dell’amicizia, un sentimento della propria vita e di quella degli altri’. In queste parole c’è l’essenza di una comunità abituata a lottare per sopravvivere alle difficoltà ed ai problemi di ieri e di oggi. Una comunità che ha capito da molto tempo che la cultura è uno strumento fondamentale per costruire il futuro. Il Parco ed il Premio letterario, il Circolo Panevino, lo stesso festival “La luna e i calanchi” e le tante altre iniziative promosse in questi anni hanno varcato i confini della Basilicata, coinvolgendo persone provenienti da luoghi lontani ed affermandosi nel tempo come esempi di resilienza e come parte di un progetto di valorizzazione e di sviluppo delle aree interne che ha assunto una valenza più generale. Ed oggi, mentre le stesse rotte del turismo mondiale sono sempre più attratte dai luoghi autentici, in grado di trasformare il viaggio in una esperienza umana irripetibile, si capisce meglio perché la vivacità e l’ostinazione della comunità di Aliano sono capaci di catalizzare l’attenzione dell’intera comunità regionale e non solo. Per questo la sfida lanciata con la candidatura di Aliano a capitale italiana della cultura per il 2024 non si ferma, ed impegna tutti noi – istituzioni, associazioni e cittadini – a proseguire con le iniziative già programmate per la valorizzazione del territorio. Prossima tappa è la candidatura al titolo di “Capitale italiana del libro” per l’anno 2022: la designazione di Aliano fra le otto città finaliste è per tutti noi motivo di orgoglio e siamo certi che il dossier di candidatura sarà apprezzato nell’audizione pubblica prevista al Ministero della cultura. La Regione Basilicata conferma il proprio convinto sostegno per questa e per le altre iniziative che si svolgeranno. Aliano ha specificità storiche, culturali e naturali che lo rendono un luogo unico su cui investire. Come ho ricordato nei giorni scorsi, nel Piano strategico regionale recentemente approvato c’è una visione chiara per le aree interne, dopo decenni di totale abbandono che hanno causato impoverimento e spopolamento, il vero dramma della nostra regione, figlio di decenni di cattiva politica. Aliano è quindi anche il simbolo della nostra lotta contro lo spopolamento e della ripartenza della montagna materana e di tutta la Basilicata. Sostenere le forze produttive endogene, sollecitare la nascita di nuove imprese innovative, adeguare la dotazione infrastrutturale delle aree interne e promuovere l’attivazione degli indispensabili servizi per la mobilità, il turismo, la tutela della salute e l’istruzione: sono queste le sfide che come governo regionale siamo impegnati ad affrontare con il Piano strategico ed i progetti candidati nell’ambito del PNRR e della Strategia nazionale per le Aree interne. Vogliamo costruire le condizioni per consentire a tanti giovani di restare o di tornare nelle aree interne per costruire lì il loro futuro. Lo sviluppo sostenibile è tutela del paesaggio e della natura, è sostegno alle vocazioni naturali dei territori. La nostra lotta contro lo spopolamento è però anche la lotta delle aree montane ed appenniniche del Nord, del Centro e delle altre aree del Sud, dei piccoli e piccolissimi Comuni che sono il vero scrigno dei tesori nascosti dell’Italia. Tesori da difendere e da disvelare in tutta la loro bellezza. La cultura italiana non può davvero farne a meno".